sabato 13 gennaio 2007

PARI OPPORTUNITA'

PARI OPPORTUNITÀ
[dal discorso alla Camera in data 10/01/2007 tenuto dal deputato Milos Gravone. Traduzione dal pannolese di Mulo Dragsic]


[…] prendiamo ad esempio la brillante proposta presentata da un geniale senatore texano: estendere il diritto di caccia ai non vedenti. Perché privare questi onesti contribuenti del gusto di assaporare le grida di una bella tortora agonizzante di cinque chili? E poi lo schiocco del grilletto, il sapore acido della polvere da sparo! Non voglia il Signore che si usi violenza verso la sensibilità di questi handicapp… ehm… verso questi portatori malsani di… verso questi ciechi, insomma! Quello che il mio partito, la Lega Indipendentista Balcanica di Pannolia chiede, è di integrare un’intelligente proposta di legge colmando le lacune che minano il suo valore assoluto. Si potrebbe ad esempio far partecipare alle battute di caccia anche i sordo-ciechi: sarebbero necessari tre accompagnatori, uno che punti il fucile, uno che dia una spintarella per far capire al cacciatore che è partito il colpo (due eventualmente si fosse colpito il bersaglio) e una terza con una tavoletta braille per specificare il tipo di animale colpito. Perché poi non allargare ulteriormente ai muti ai quali si potrebbe affiancare uno psicologo che interpreti la volontà dello storp… del malat… insomma, del muto, leggendo le espressioni del suo volto. Cari colleghi in aula, caro Presidente, questo è un primo passo verso la libertà, verso l’emancipazione del nostro popolo! In un mondo felice i nostri figli potranno finalmente farsi giustizia da sé dei professori progressisti, dei lavavetri invadenti, delle cassiere che si appartano con i tizi brufolosi del reparto bricolage, di quei facinorosi dei pacifisti! Come diceva San Panzotto da Brossate chi semina oggi una pallottola domani ci trova un intero caricatore […]

Al termine della votazione la causa del sì ha riportato 402 voti favorevoli e 136 contrari. Durante i festeggiamenti seguiti allo scrutinio il deputato Gravone è stato ferito a morte da alcuni colpi di fucile a pallettoni esplosi dal collega di partito Calzavaric (non vedente dalla nascita). Dopo aver attentamente valutato il verbale in braille dell’incidente, il giudice di cassazione ha deciso di prosciogliere il Calzavaric dall’accusa di omicidio preterintenzionale in quanto il Gravone, superando i 140 chili, rientrava nella categoria dei trichechi, specie cacciabile anche in questo periodo dell’anno.

giovedì 4 gennaio 2007

UNA STIRPE GLORIOSA

UNA STIRPE GLORIOSA
dal 7° numero (dicembre 2006) dalla rivista Scienza e Parastatale [Traduzione dal rumeno di Mircea Pìppata]


Cosa pretende l’uomo della strada dal discendente di un eroe? Cosa cerca in lui se non il divino, l’impossibile, l’irragiungibile? Il dipendente statale George Radulescu si è arrovellato su tali oziose domande sin da quando, infante, aveva cercato di rendere più aerodinamica la silhouette della mucca frisona di zio Florian con 23 metri di nastro isolante grigio-pentola. L’unico suo intento era quello di rendere l’animale adatto al volo notturno e/o interstellare, l’unico risultato invece sono state le 32 frustate rituali inflittegli del saggio zio Florian. Ma il dipendente statale George Radulescu non poteva farsi piccolo agli occhi della Storia, e del suo avo, Vlad Tepes III, il Dracula storico, che lo osservava sghignazzante nascosto negli interstizi del tempo. Radulescu cercava l’immortalità, per il suo nome e per la sua anima: questo lo ha spinto a comprare da un noto contrabbandiere di Brossate (Italia) sangue di pipistrello indostano. Ma neanche questo ha dato al fido George la possibilità si sedere alla destra del generoso Vlad, la cui magnanimità è nota ai più (soprattutto turchi d’origine). Il sangue, rivelatosi succo di ribes allungato con petrolio grezzo e coloranti E103, E112, E115; E120 più l’ingrediente segreto della Coca Cola, gli ha provocato solamente un’intossicazione che i medici hanno impiegato più tempo a capire che a curare. È questa la vita di un povero dipendente statale che cerca di evadere dall’anonimato quotidiano per entrare a far parte di quel circolo ristretto al quale apparteneva il suo progenitore. Neanche il suo tentativo di terrorismo agro-paranormale è andato a buon fine quando, in una buia e fredda notte autunnale, si è adoperato per realizzare in prima persona strani disegni in un campo di grano rivelatosi poi una discarica di materiale pornografico di contrabbando proveniente dalla Cina. Ma poi durante alcuni giorni di ferie, mentre era intento nella lettura di un quotidiano nazionale nella sua fattoria di Snagov, circondato dai suoi tacchini da guardia, ha scoperto la notizia della messa in vendita del castello di Bran, appartenuto a Vlad Tepes III. Quale sacrilegio, quale ignominia! ha dovuto pensare il dipendente statale Radulescu. Si sa che le persone in situazioni particolarmente estreme riescono a sviluppare delle capacità che normalmente restano sopite. Così dopo due giorni di estasi messianica l’onda cerebrale di George è riuscita a ridurre in pezzettini il famoso castello… nessuno avrà mai ciò che è appartenuto alla nostra stirpe, quella del Drago… deve aver pensato, tutto questo mentre i suoi tacchini si abbandonavano a scene di tacchinismo (l’equivalente del cannibalismo umano) per mancanza cronica di cibo. Come avranno già notato i lettori più attenti, il castello di Bran mai è appartenuto veramente al Conte… infatti quello di cui si conservano ormai solo le scale (dopo l’impressionante dimostrazione di forza del dipendente statale Radulescu) è il castello di Poienari, unica vera dimora appartenuta al suo avo. Noi gli diciamo: forza George! Dracul sarebbe stato orgoglioso di te… certo, se non gli avessi buttato giù la casa!!