giovedì 6 dicembre 2007

IL VIRUS DI SILVIO (O MEGLIO - SILVIO IL VIRUS)

Sei hai aperto questo articolo ti annuncio con rammarico che sei fottuto. Un virus assolutamente immune a qualsivoglia vaccino si sta installando nei tuoi chip oltre che nelle tue sinapsi. Alle prossime elezioni sarai costretto a votare il Partito della Libertà (insieme a me, MichelaCapelloRossoLiscioeSorrisoSardinico, Bubu e l'Orso Yoghi appena uscito dalle fila della Margerita). Se alle scorse elezioni invece hai votato i Comunisti il virus prenderà possesso della tua Casa-Bolscevica-Dove-Non-Esiste-La-Proprietà-Privata e ci fonderà un Circolo della Libertà, dove se vuoi una penna te la devi comprare così gira l'economia e in salotto non ci si troveranno più le zecche fricchettone che si fanno gli spinelli. Se hai votato Alleanza Nazionale (o meglio, se sei proprio tu, Gianfranco) questo virus ripeterà con arrangiamento da coro Gospel 3452 volte questa frase: "Ti prego, ti prego, ti prego, non fare scherzi Gianfry, ora m'hai detto che stai con noi... che se non ci stai tu il partito come cavolo lo facciooooooo?". Se sei Beppe Grillo e in questo momento sei sopra al tetto a installare pannelli solari per risparmiare quattro lire che andrebbero a qualche azienda da me controllata (perché, ne ho anche di NON controllate...? Dell'Utriiiiii, Previtiiii) sappi che questo virus va a petrolio e imbratta permanentemente qualunque cosa non pagata attraverso conti svizzeri-sconosciuti-ai-più. Se sei invece un comune cittadino che ha vissuto il periodo dal 2001 al 2006 in Italia o meglio a Brossate, sappi che cambia il nome, ma la fregatuta è la stessa. In fede, Silvio.

giovedì 1 marzo 2007

NEWS FROM THE OUTER SPACE

NEWS FROM THE OUTER SPACE
dal 8° numero (gennaio 2007) dalla rivista Scienza e Parastatale

Che la NASA nasconda qualcosa non siamo noi i primi ad affermarlo. Anche la casalinga di Brossate o il macellaio di Ortucchio hanno dei sospetti al riguardo. È che finora nessuno era andato così vicino a smascherare definitivamente i giochi di occultamento perpetrati sin dal lontano ’47 in quel di Roswell. Per prima cosa mi procurai i tabulati del telefono per scoprire da dove partivano e dove erano dirette le notizie più scottanti. Sapevo di rischiare molto, ma ero conscio di quanto fosse alta la posta in gioco. Dopo questa trafila m’imbattei nel documento definitivo, quello che vi riporto qui di seguito:

21 Novembre 2006 – All’attenzione del Segretario di Stato, Condoleeza Rice
Chiedo trasferimento immediato da zona italiana di Marte. Il Paradiso dei Politici Italiani è un vero e proprio sanatorio. Il senatore Andreotti continua a lamentarsi con noi perché il suo clone sulla Terra si è astenuto qualche giorno fa al senato. Dice che dobbiamo fare pressioni per farlo votare a sinistra. Gli ho spiegato che il clone è fatto a sua immagine e somiglianza e ho anche aggiunto come agli occhi di un americano come me anche Rutelli appaia un sovversivo rivoluzionario. Poi c’è l’onorevole Bettino Craxi che ci rinfaccia ancora quella storia dei terroristi all’aeroporto. Gli ho detto che è passato tanto tempo e che alla fine abbiamo desistito quel giorno, ma lui non ha voluto sentire ragioni. E l’ex-presidente Pertini! È da luglio che corre dicendo Campioni del Mondo! Campioni del Mondo! Con questo fatto della vita eterna non mangia e non dorme, corre e grida soltanto. La mia richiesta mi appare ragionevole: dopo 11 anni di servizio con gli italiani! Gradirei un trasferimento a breve distanza… c’è un mio collega che lavora su Phobos che mi ha raccontato che lì Bin Laden organizza dei party da paura!

mercoledì 21 febbraio 2007

SALVA LA TUA IGUANA, MA LASCIA FUORI IL CATTIVO ODORE!

SALVA LA TUA IGUANA, MA LASCIA FUORI IL CATTIVO ODORE!
[dalla biografia di Harold Boilyamum – Save your Iguana, but leave the smell outside! Traduzione dall’inglese di Jeremy L’Ascella]

[…] L’Iguana ha rappresentato nella mia vita quell’accidente fortuito che muta il corso di un’esistenza. Era un aprile freddo, gelido. E a me sia l’aria calda che quella fredda creano sconvolgimenti che non sto qui a spiegarvi. Se aggiungete che la sera prima ci siamo sbronzati a morte con gli amici comincerete a farvi un’idea della situazione. Quella mattina avevo un importante colloquio di lavoro e il direttore dell’azienda m’aspettava per le 11 del mattino nel suo ufficio. Mentre seduto sul sedile in pelle della mia macchina percorrevo i 20 chilometri che mi separavano dall’ufficio ascoltando un rilassante notturno di Chopin per cercare di allontanare il nervosismo crescente mi resi conto che la situazione andava degenerando con la rapidità di un vortice impazzito. Quelle che investivano il mio apparato uditivo non erano solo terzine e quartine di origine polacca, ma anche interferenze anali di produzione propria! Mio Dio, mi sono detto, e adesso come ne vengo fuori? Ovviamente queste interferenze non aggredivano solo le orecchie, ma anche le narici, e con una violenza agghiacciante. Anche Ridley sembrava non apprezzare quella sinfonia. Ma le possibilità di rimandare il colloquio erano pari a zero. Una volta sedutomi davanti al direttore le mie viscere si contorcevano per venire fuori o per rilasciare almeno un pizzico del loro sapore. Io dal mio canto facevo di tutto attraverso degli strani giochi circensi per evitare il licenziamento prima ancora dell’eventuale assunzione. Certo Ridley non mi aiutava in questo. Poi il direttore fu chiamato dalla sua segretaria nell’altra stanza e io mi sentii nel pieno diritto di lasciar sfogo a tutta la mia potenza di fuoco. Quello che si fece strada dall’interno del mio corpo ebbe la forza di uno sconvolgimento climatico. Escluso che dall’altra stanza si potesse non essere udito quel prolungato e violento tuono primaverile, la mia prima preoccupazione fu quella di spalancare le finestre per attenuare, per quanto fosse possibile, quell’ondata maleodorante che si stava propagando in maniera sinuosa aggredendo ogni angolo, ogni parete, tutto! E fu allora che Ridley venne fuori. Ridley è la mia iguana. Molte volte nel corso degli anni mi è stato chiesto come mai l’avessi portata con me proprio quel giorno così importante per la mia carriera. È che il piccoletto quando rimane da solo a casa va sempre a mangiare i tappi delle mie penne (lo fa ancora quando non sto attento) e questo gli fa venire la colite. Ironia della sorte il suo problema quella mattina ce l’avevo io. Dicevo insomma che Ridley cominciò a correre per la stanza… sì, le iguane non corrono, ma le avete mai sottoposte a una tortura simile? Un’ora e mezza nei miei pantaloni ad assaggiare aromi esotici non piacerebbe neanche a un cadavere. Quando il direttore rientrò nella stanza (ormai congelata) io armeggiavo disperatamente con un suo cassetto, tirando calci come un ossesso perché quel mattacchione di Ridley si era andato ad infilare lì dentro e non c’era modo di farlo venire fuori. Facile immaginare che il direttore non apprezzò quella mia dimostrazione di virile furore e mi mandò fuori a calci. In senso letterale intendo. Ma io non potevo abbandonare così Ridley. Spinsi via il vecchiaccio incravattato facendolo rotolare al suolo e mi ripresi la mia iguana. Mentre uscivamo, il direttore ci fissava da terra con uno sguardo terrorizzato che Ridley sosteneva spavaldo. Mi sedetti fuori a riflettere seduto sul marciapiede. Eravamo in aperta compagna e Ridley mi si appollaiò sulla spalla come un fido pappagallo. Mentre le lacrime stavano per sgorgare dai miei occhi al pensiero di come avrei fatto a pagare le bollette, un tizio fermò la sua vecchia Ford al lato della strada deserta con una borsa in mano. Era un fotografo di origine italiana, era nato in un piccolo paesino che si chiamava Brossate. Mi chiese se poteva immortalare quella scena desolante. Io non gli risposi, scrollai semplicemente le spalle rassegnato. Quel servizio fotografico mi fruttò ventimila dollari. Quello fu l’iniziò del mio impero. […]

domenica 4 febbraio 2007

PENNA PADANA

PENNA PADANA
[dal manuale di scrittura, Penna Padana, dell’on. Roberto Calderoli, Edizioni La Federale]

[…] Ispirazione. Parola e concetto di stirpe longobarda che richiama alla memoria la sua fase successiva, l’espirazione. Famosi biologi di scuola cattolico-creazionista hanno evidenziato come le penne nere sono una logica conseguenza dell’immigrazione incontrollata. Alla corte dei Gonzaga, ad esempio, l’inchiostro rappresentava un verde virgulto che stagliato sul bianco opaco delle prime stampe simboleggiava la gloria padana. Poi dopo la scoperta dell’America sono iniziati i secoli bui dell’oscurantismo sudista. I volgari blu e nero si sono fatti strada in maniera incontrollata contaminando la purezza nordista. Orde di calamai pieni di liquido demoniaco correvano sui sentieri battuti dal vento e poi sulle prime ferrovie e dopo ancora a bordo delle prime vetture per giungere all’incontrollabile dominio bolscevico rappresentato dalla penna rossa del ventesimo secolo. Al giorno d’oggi l’ateismo imperante proibisce l’utilizzo della verde speranza ormai relegata ai banconi impolverati delle cartolerie del lodigiano, ormai in rovina a causa dell’invasione dei cioccolatini sub-sahariani. Come diceva il famoso teologo ariano Friedrich Catz-Mayer “È più potente la penna (verde) o la spada?” L’attento studioso di nobile stirpe (famoso anche per la sua acclamata teoria sulla derivazione divina del manganello anti-extracomunitario) afferma come una penna appuntita dietro i reni dell’invasore non può che portare a dei risultati strabilianti. Ciò che voglio dire a tutti coloro che leggeranno questo manuale, dai cittadini di Milano a quelli di Padova, da quelli di Imperia a quelli di Brossate, è: verde non è bello se non è litigarello! […]

sabato 13 gennaio 2007

PARI OPPORTUNITA'

PARI OPPORTUNITÀ
[dal discorso alla Camera in data 10/01/2007 tenuto dal deputato Milos Gravone. Traduzione dal pannolese di Mulo Dragsic]


[…] prendiamo ad esempio la brillante proposta presentata da un geniale senatore texano: estendere il diritto di caccia ai non vedenti. Perché privare questi onesti contribuenti del gusto di assaporare le grida di una bella tortora agonizzante di cinque chili? E poi lo schiocco del grilletto, il sapore acido della polvere da sparo! Non voglia il Signore che si usi violenza verso la sensibilità di questi handicapp… ehm… verso questi portatori malsani di… verso questi ciechi, insomma! Quello che il mio partito, la Lega Indipendentista Balcanica di Pannolia chiede, è di integrare un’intelligente proposta di legge colmando le lacune che minano il suo valore assoluto. Si potrebbe ad esempio far partecipare alle battute di caccia anche i sordo-ciechi: sarebbero necessari tre accompagnatori, uno che punti il fucile, uno che dia una spintarella per far capire al cacciatore che è partito il colpo (due eventualmente si fosse colpito il bersaglio) e una terza con una tavoletta braille per specificare il tipo di animale colpito. Perché poi non allargare ulteriormente ai muti ai quali si potrebbe affiancare uno psicologo che interpreti la volontà dello storp… del malat… insomma, del muto, leggendo le espressioni del suo volto. Cari colleghi in aula, caro Presidente, questo è un primo passo verso la libertà, verso l’emancipazione del nostro popolo! In un mondo felice i nostri figli potranno finalmente farsi giustizia da sé dei professori progressisti, dei lavavetri invadenti, delle cassiere che si appartano con i tizi brufolosi del reparto bricolage, di quei facinorosi dei pacifisti! Come diceva San Panzotto da Brossate chi semina oggi una pallottola domani ci trova un intero caricatore […]

Al termine della votazione la causa del sì ha riportato 402 voti favorevoli e 136 contrari. Durante i festeggiamenti seguiti allo scrutinio il deputato Gravone è stato ferito a morte da alcuni colpi di fucile a pallettoni esplosi dal collega di partito Calzavaric (non vedente dalla nascita). Dopo aver attentamente valutato il verbale in braille dell’incidente, il giudice di cassazione ha deciso di prosciogliere il Calzavaric dall’accusa di omicidio preterintenzionale in quanto il Gravone, superando i 140 chili, rientrava nella categoria dei trichechi, specie cacciabile anche in questo periodo dell’anno.

giovedì 4 gennaio 2007

UNA STIRPE GLORIOSA

UNA STIRPE GLORIOSA
dal 7° numero (dicembre 2006) dalla rivista Scienza e Parastatale [Traduzione dal rumeno di Mircea Pìppata]


Cosa pretende l’uomo della strada dal discendente di un eroe? Cosa cerca in lui se non il divino, l’impossibile, l’irragiungibile? Il dipendente statale George Radulescu si è arrovellato su tali oziose domande sin da quando, infante, aveva cercato di rendere più aerodinamica la silhouette della mucca frisona di zio Florian con 23 metri di nastro isolante grigio-pentola. L’unico suo intento era quello di rendere l’animale adatto al volo notturno e/o interstellare, l’unico risultato invece sono state le 32 frustate rituali inflittegli del saggio zio Florian. Ma il dipendente statale George Radulescu non poteva farsi piccolo agli occhi della Storia, e del suo avo, Vlad Tepes III, il Dracula storico, che lo osservava sghignazzante nascosto negli interstizi del tempo. Radulescu cercava l’immortalità, per il suo nome e per la sua anima: questo lo ha spinto a comprare da un noto contrabbandiere di Brossate (Italia) sangue di pipistrello indostano. Ma neanche questo ha dato al fido George la possibilità si sedere alla destra del generoso Vlad, la cui magnanimità è nota ai più (soprattutto turchi d’origine). Il sangue, rivelatosi succo di ribes allungato con petrolio grezzo e coloranti E103, E112, E115; E120 più l’ingrediente segreto della Coca Cola, gli ha provocato solamente un’intossicazione che i medici hanno impiegato più tempo a capire che a curare. È questa la vita di un povero dipendente statale che cerca di evadere dall’anonimato quotidiano per entrare a far parte di quel circolo ristretto al quale apparteneva il suo progenitore. Neanche il suo tentativo di terrorismo agro-paranormale è andato a buon fine quando, in una buia e fredda notte autunnale, si è adoperato per realizzare in prima persona strani disegni in un campo di grano rivelatosi poi una discarica di materiale pornografico di contrabbando proveniente dalla Cina. Ma poi durante alcuni giorni di ferie, mentre era intento nella lettura di un quotidiano nazionale nella sua fattoria di Snagov, circondato dai suoi tacchini da guardia, ha scoperto la notizia della messa in vendita del castello di Bran, appartenuto a Vlad Tepes III. Quale sacrilegio, quale ignominia! ha dovuto pensare il dipendente statale Radulescu. Si sa che le persone in situazioni particolarmente estreme riescono a sviluppare delle capacità che normalmente restano sopite. Così dopo due giorni di estasi messianica l’onda cerebrale di George è riuscita a ridurre in pezzettini il famoso castello… nessuno avrà mai ciò che è appartenuto alla nostra stirpe, quella del Drago… deve aver pensato, tutto questo mentre i suoi tacchini si abbandonavano a scene di tacchinismo (l’equivalente del cannibalismo umano) per mancanza cronica di cibo. Come avranno già notato i lettori più attenti, il castello di Bran mai è appartenuto veramente al Conte… infatti quello di cui si conservano ormai solo le scale (dopo l’impressionante dimostrazione di forza del dipendente statale Radulescu) è il castello di Poienari, unica vera dimora appartenuta al suo avo. Noi gli diciamo: forza George! Dracul sarebbe stato orgoglioso di te… certo, se non gli avessi buttato giù la casa!!